L'intervento, in un appartamento signorile in via Crispi, ha previsto una nuova distribuzione dei locali che rispondessero alle esigenze dei proprietari. Il luminoso soggiorno ha un affaccio curvo dal quale si gode di una fantastica vista sul Duomo e sulla città. I mobili pregiati, il legno nella pavimentazione e gli stucchi rendono questa sala sontuosa e solenne. Di contro la cucina è estremamente contemporanea con linee nette e pulite e rigorosamente funzionale con le colonne attrezzate. La zona d'ingresso, con le porte in diversi stili, esprime e racconta l'incontro fra i diversi modi di abitare questa casa.

L'edificio si affaccia sulla piazza del Municipio, nel nucleo di Castagnola. A nord, il terreno segue la configurazione naturale della montagna con antichi terrazzamenti a verde che venivano utilizzati per la coltura di vigneti. Il Nucleo ha avuto il suo sviluppo durante gli ultimi secoli, con aggiunte e accorpamenti di piccole particelle per formarne di più grandi. A testimonianza di ciò, la facciata sulla piazza è caratterizzata da un'irregolarità delle aperture, sia nelle dimensioni sia negli allineamenti, che volutamente è stata mantenuta. Il progetto prevede due unità abitative, con spazi interni caratterizzati da volte a botte in pietra e laterizio, che sono state mantenute e consolidate. Si è tenuto conto delle preesistenze, evidenziandone i caratteri unici, oltre a migliorare la distribuzione degli spazi interni, secondo le nuove esigenze.

L'appartamento si sviluppa su due livelli, collegati fra loro tramite una scala che all'ultimo piano si fa' leggera e trasparente. Al piano inferiore si trova il locale soggiorno, con il volume trapezoidale del camino, attorno al quale si sviluppa la parete libreria con un piccolo acquario. Le lastre in pietra che definiscono la bocca del camino, secondo un preciso disegno, aggettano parzialmente e contrastano con il nero intenso del restante volume. Invece, al piano sottotetto - reso più luminoso mediante gli abbaini ricavati nella falda - si trova la cucina e un locale studio.

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

Lo stabile si trova a due passi dalla piazza del Duomo. Il progetto ha previsto una nuova distribuzione dei locali, ricavando 5 appartamenti – 3 monolocali, 1 bilocale e 1 trilocale – con affaccio sulla via Cinque Giornate e/o sul piccolo cortile interno. Alcuni di essi saranno destinati ad affitto con formula bed and breakfast

Il progetto proposto risulta essere in coerenza con la riqualificazione paesaggistica, utilizzando un linguaggio che vuole mitigare gli elementi nuovi proposti con i riferimenti della tradizione locale. L’inserimento di persiane in legno, quale elemento tradizionale, si relaziona con la scelta dei colori delle facciate, dei serramenti, andando ad integrarsi con il basamento esistente in pietra locale, rispettando i caratteri del fabbricato esistente. Questo intento viene aiutato anche grazie all’inserimento di balconi, già esistenti, realizzati con strutture snelle, continue, in metallo colore scuro, che creano più varietà e dinamismo alle facciate. Lo stesso pavimento in legno composito è considerato un elemento di mitigazione, sia cromatico, che materico, integrandosi più facilmente al contesto. La nuova copertura risulta inserita in un contesto collinare, di cui è evidente il riferimento alle architetture pre-alpine, che si inseriscono nel paesaggio montano, e possiede un manto di copertura dal colore grigio antracite, che mitiga e si lega al paesaggio circostante , in relazione alle alture boschive limitrofe.

Progetto in collaborazione con arch. Giulia Zanotti

realizzato in collaborazione con arch. Anna Comerio

ex Bar 33

Progetto in collaborazione con Cierresse
Fotografie Fffoto

In collaborazione con
Qubico (arredi)
Matteo Bernasconi (garden design)
Gatti Walter falegname

In collaborazione con Cierresse arredamenti

In un contesto centralissimo della città, nell'antico asse romano del decumano, lo studio è intervenuto nella riqualificazione dello storico Albergo Piazzolo. Le originali strutture delle murature al piano terra sono diventati motivi di arricchimento nelle camere e negli spazi comuni. Anche verso l'esterno il ritrovamento di un antico portale in pietra è stato messo in risalto. All'interno del cortile, l'inserimento di un ascensore in vetro deve rispettare la vicinanza con il chiostro del convento del XV secolo.

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

L'intervento verte sull'ammodernamento e sull'adeguamento ai fini normativi della struttura. Particolare attenzione è stata rivolta sulle parti comuni della reception e della sala colazioni.

PROGETTO STUDIO 84.
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

Progettazione e realizzazione
della Sala conferenze per 236 posti.

La decisione di ristrutturare è un momento inevitabile e importante nella gestione di un albergo. L’immobile è già stato completamente ammortizzato e si pone la necessità di un rinnovamento della struttura, pena il rischio di subire la concorrenza di nuovi operatori che potrebbero entrare sul mercato. Viene elaborato un progetto che si articola su una strategia di riposizionamento dell’albergo che dovrebbe consentire di mantenere il rapporto con la vecchia clientela consentendo inoltre di entrare in contatto con una fascia di utenza più elevata. Si rende necessario pertanto provvedere, dopo un certo numero di anni, a riadeguare la struttura immobiliare adeguandola secondo le normative vigenti in materia di abbattimento delle barriere architettoniche. Si vuole ottenere un passaggio di categoria superiore, andando ad aumentare il numero di camere, che inevitabilmente comporterà un cambiamento d’immagine sul mercato al fine di recuperare i costi dell’intervento. Il progetto prevede il nuovo posizionamento del corpo ascensore, attualmente inserito nel corpo “a torre” da porsi all’interno del fabbricato, lungo il muro perimetrale dell'edificio sul lato della strada Salita Quarcino. La scala di accesso ai piani superiori attuale è stata rivista per la logica della fruizione degli ambienti ed è stata posizionata sempre all'interno del corpo “torre”, nel rispetto dell’impianto originale, ampliata nelle dimensioni di larghezza delle rampe secondo le norme in materia di sicurezza. Pertanto si è provveduto a rivedere la distribuzione degli spazi interni, andando a modificare le superfici nette delle camere e dei bagni per soddisfare i requisiti di abitabilità previsti dalle Norme vigenti e migliorare / ottimizzare la distribuzione dello spazio stesso con una maggiore vivibilità delle unità oggetto di intervento.

L'intero edificio, rimasto disabitato per anni e di proprietà dell'ospedale S. Anna che l'ha poi venduto all'asta, è costituito dall'unione di due case a schiera lungo la “contrada degli Asini”, attuale via Luini, nel centro storico di Como. Dopo i mutamenti delle espansioni della città ottocentesca, i fabbricati si fornivano di bottega al piano terra, in seguito all'instaurarsi di nuovi percorsi commerciali e, ad oggi, tale percorso appare fortissimo.
Il progetto ha previsto il restauro della facciata sul fronte su strada, simmetrica, elegante e caratterizzata dalla presenza di un portale centrale e da una fascia marcapiano modulare. L'intervento, oltre a riguardare la riqualificazione strutturale e tecnologica che ha reso più funzionali le esigenze attuali del commercio, si è occupato di studiare gli spazi interni di vendita, fino al disegno e alle finiture degli arredi che espongono le diverse categorie di giocattoli.

Lo Spazio Eventi Ramuner nasce per fare spazio alle idee e regalare a Como il suo primo temporary store. Location ideale per promuovere una mostra o un evento culturale, per festeggiare un Battesimo, un matrimonio, un compleanno o qualsiasi ricorrenza importante, per organizzare un meeting di lavoro o una conferenza. In questo nuovo spazio ciascuno può esprimersi liberando idee e creatività, supportati da uno staff preparato e pronto ad offrire buffet personalizzati, dj set, supporti audiovisivi di ultima generazione. Un ambiente adatto anche a promuovere i propri prodotti e servizi, con durata variabile da pochi giorni a diverse settimane.

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

Il chiosco si trova vicino alle mura antiche della città. L'area a ridosso delle mura è, ormai da molto tempo, destinata ai cittadini, grazie all'ampia area pedonale di cui dispone, che separa l'area destinata a verde vicino le mura, dalla strada carrabile, dove si insediano diverse strutture a chiosco con le attività commerciali più diverse. Il chiosco in origine risulta differente rispetto agli altri per la forma rettangolare con il fronte vendita curvo e nel colore. Il progetto ha tenuto conto di queste diversità, cercando di mantenere l'immagine del chiosco ma utilizzando materiali più durevoli nel tempo. Il rivestimento esterno è stato così realizzato con doghe metalliche e nuovi serramenti anch'essi in metallo.

PROGETTO STUDIO 84.
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

Il lavoro progettuale ha cercato di risolvere le esigenze di spazio e di esposizione imposte dalle nuove logiche di mercato ottenendo come risultato un manufatto dalle dimensioni idonee al soddisfacimento delle richieste che una città turistica ha il dovere di esaudire. La nuova sagoma dell’edicola è stata posizionata in parte sull’attuale area già in concessione, ovviamente tenendo conto dell’ampliamento previsto per i Centri Storici dal Piano di Localizzazione Comunale in vigore dal 2 gennaio 1998. I materiali adottati sono il ferro ed il vetro; sono state impiegate queste tipologie in quanto le stesse risultano già consolidate negli interventi contemporanei nel centro storico. Le acque meteoriche verranno convogliate direttamente nell’incavo dei piastrini esistenti.

PROGETTO STUDIO 84.
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

Si compone di una struttura a pannelli trasparenti mobili, interamente smontabili, con funzione di schermatura e riparo dalle intemperie e dal vento. La struttura portante a sostegno dei sopraccitati pannelli e i pali di sostegno della copertura, è eseguita in metallo verniciato. La copertura è realizzata in lastre leggere e trasparenti di lexan, quest’ultime supportate da travetti in metallo modulari. L’intento della proprietà è di sviluppare e di riqualificare l’attività del Bar Caffè Mazzini con l’utilizzo di una chiusura stagionale che possa permettere un maggior spazio disponibile. Oltre alle considerazioni di ordine estetico ed architettonico nei riguardi dell’esistente situazione, la preoccupazione principale in fase di progettazione, è stata quella di trovare una soluzione semplice ed esteticamente piacevole, che risulti un elemento di arredo urbano nel contesto dell’area circostante.

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84.
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

A seguito della ristrutturazione della pavimentazione della Piazza Volta, viene richiesto dall'Amministrazione Comunale di spostare in altra posizione, ma sempre nell'area della piazza, il chiosco-edicola per la vendita giornali. Ci viene proposto di seguire una progettazione della nuova edicola che riprende uno “schizzo prospettico” dove si ipotizza la nuova sistemazione dell'edicola. Il lavoro progettuale ha cercato di risolvere le esigenze di spazio e di esposizione richieste dal rivenditore, con un manufatto delle dimensioni contenute, dai profili estremamente puliti e lineari, da una copertura caratterizzante, che non contrastino con il prestigio della piazza medesima.

Progetto STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)
CON STUDIO OTTO ASSOCIATI (LUGANO)

PROGETTO STUDIO 84
(ADAMO E. e MARTUCCI C.)
Cementi armati: Ing. DELLA BOSCA

PROGETTO CON
ARCH. ALICE SORDELLI

La proposta progettuale prevede la copertura temporanea dell'attuale fontana, non funzionante e in evidente stato di degrado, per dare ai cittadini uno spazio urbano di qualità, migliorando l'area rispetto alla situazione attuale

Progetto con ARCH. PAOLO BRAMBILLA, LUCA AMBROSINI E GIULIO SALA. Disegni MAURO CHIESA Il tema di questa mostra è lo studio degli elementi architettonici di Antonio Sant’Elia disegnati nel 1913. Analizzando la ricca serie di disegni prodotti in questo periodo, emerge il desiderio di uno studio personale chiarificatore; i molti schizzi ci comunicano il senso di urgenza della ricerca di un linguaggio capace di interpretare il cambiamento avvenuto sotto la spinta della civiltà industriale e della rivoluzione tecnologica. Sant’Elia pensa disegnando, e disegnando inizia a sperimentare i tipi geometrici e volumetrici essenziali che potranno successivamente far parte della nuova architettura. La capacità di restituzione tridimensionale di ciò che immagina è sorprendente; I singoli pezzi vengono isolati , esplorati tridimensionalmente, scavati, svuotati, ripetuti serialmente, dipanando un discorso che da semplice diventa via via più complesso e articolato. Questo modo di operare procede per iterazioni dei singoli elementi, ingranditi, decontestualizzati e ritrovati carichi di una nuova forza espressiva. Questa riflessione consente di evidenziare come tale creatività sia in realtà frutto di un metodo molto più rigoroso e sistematico di quanto avremmo potuto immaginare. FOTO ISABELLA SASSI

Da un'analisi di carattere prettamente storico eseguita presso il Comune di Cernobbio, il fabbricato risale all'anno 1898, edificato attraverso una convenzione tra i cittadini privati (Dotti Pasquale e Novati Adele), proprietari del terreno e il Comune di Piazza Santo Stefano in cui viene modificato il tracciato della vecchia strada del “Fossato” per la costruzione di un lavatoio pubblico. La posizione favorevole adiacente ad un corso d’acqua, e la sua vicinanza al nucleo antico di Olzino, ha fatto sì che sia stato scelto il luogo attuale quale più opportuno per la costruzione della struttura. Il lavatoio rappresentava un luogo di incontro per eccellenza. Il lavoro del lavare…insaponare, strofinare, lasciare agire la saponetta, risciacquare e strizzare i panni, richiedeva molto tempo, lasciando spazio allo scambio verbale, chiacchere vane e pettegolezzi per antonomasia. E’ per certo una delle rare manifestazioni di socialità femminile nella nostra cultura locale. Il lavatoio ha ormai perso la funzione originaria. Luogo di storia e di memorie, esso è ora percepito come elemento del passato, senza funzione e quindi abbandonato alla sua sorte. Ha subito nel corso degli anni, e più precisamente negli anni cinquanta, interventi di rifacimento delle vasche in pietra e la chiusura su entrambi i due lati attraverso pareti in muratura con finestre in ferro, di piccola orditura. L’Associazione “FaceCoes” ritiene, al contrario, che esso possa ancora svolgere, se recuperato a nuove funzioni, un ruolo importante, per esempio riproponendolo come Punto di informazione/educazione sul tema dell’acqua e del suo corretto uso, Punto di sosta ed interconnessione tra alcuni sentieri storici del borgo di Olzino e Punto di aggregazione sul tema della memoria del luogo. Il progetto ha previsto il coinvolgimento, sin dall’inizio, degli abitanti del quartiere in cui si trova il lavatoio per decidere insieme, attraverso un processo partecipato il progetto di recuper

Progetto con arch. Paolo Brambilla E’ un piccolo spazio circoscritto che delimita la parte finale del lungo loggiato, ora chiuso, del primo piano della Pinacoteca e si contrappone alle scale. Il nome indica una piccola piazza di forma quadrangolare ma allude anche all’opera d’arte che in esso viene esposta. E’ un luogo dedicato alla contemplazione. Di un dipinto, di una scultura, di un oggetto d’arte che può essere stato donato alla Pinacoteca oppure far parte della collezione in essa conservata o ancora giunto in prestito da collezioni pubbliche o private. La dimensione è volutamente ridotta in modo che gli osservatori siano in numero limitato e non si ostacolino nella visione e nello studio dell’opera d’arte. La griglia che precede lo spazio è un filtro fisico e mentale. Oltre questa soglia il visitatore si trova in una dimensione quasi sacrale che lo porta all’osservazione dell’opera. Foto Isabella Sassi

Cosa ci fanno 25 architetti svedesi all’asilo? Non un asilo qualsiasi, sia chiaro, ma l’asilo di Como per antonomasia: il Sant’Elia. Semplicemente è stata una delle tappe di un pomeriggio alla scoperta dei monumenti razionalisti comaschi per un nutrito gruppo di professionisti di un importante studio di Stoccolma (quello dell’architetto romano, svedese d’adozione, Alessandro Ripellino, di recente nomina per il Padiglione EXPO a Dubai per il paese scandinavo) che ha espressamente chiesto di inserire la fermata comasca a margine del “Mini Grand Tour” di questi giorni alla scoperta delle architetture milanesi. Trait d’union tra Como e la Svezia è stata Marina Botta, sorella dell’ex sindaco Alberto, docente e titolare di due studi: uno a Stoccolma e l’altro a Como. Grazie a Botta e al collega Davide Adamo, che ha organizzato le visite e accompagnato il gruppo lungo l’itinerario, la piccola delegazione svedese oggi ha visitato, oltre all’Asilo Sant’Elia, anche la mostra in Pinacoteca “Giuseppe Terragni per i bambini”, la Casa del Fascio, eccezionalmente aperta per una visita guidata da AttilioTerragni, il Palazzo Odescalchi, guidati dall’arch. Francesco Veronelli e infine lo Spazio Borgovico 33, curato dall’arch. Paolo Brambilla. Poi il Novocomum, dove sono stati ricevuti dal Presidente dell’Ordine degli Architetti Michele Pierpaoli e dall’architetto Augusto Roda che ha aperto per loro il suo appartamento. Dopo un’estate in cui non si è parlato altro che di promozione, indotto e ritorno d’immagine, è doveroso ricordare che esiste anche un altro filone turistico, ma certo non meno importante: quello di un turismo colto, che ha enormi potenzialità… E l’esperimento, è perfettamente riuscito. Perché non dimentichiamoci che Como, prima che sulle riviste di moda e sui profili instagram dei Vip, è sui libri di architettura e di storia dell’arte di tutto il mondo. Da Chiara Taiana (COMOZERO 28.09.18)